16 Gennaio, è trascorsa solo una settimana dalla fine delle vacanze nataliza ed eccoci in aula magna al nostro incontro del circolo dei lettori del Cecioni:
"La musica stava facendo quello che sa fare meglio: eliminare le differenze. Pensai che davanti a due amplificatori siamo tutti uguali". (p.128) "Cominciai a ringraziare Dio di non avermi fatto così, come quelli che mi offendevano. A loro è andata peggio: sono nati senza cuore. Arrivai persino a ringraziarlo per quel cromosoma in più" (p. 131) "... quando Jesse Pinkman e Jane mi fecero capire come certe manie di Giovanni, tipo nripetere ossessivamente le stesse azioni, lanciare pupazzi o leggere lo stesso libro per giorni, dalla prima pagina all'ultima e poi di nuovo, le cose per cui lo si considerava malato, disfunzionale, contenevano invece tracce di grande saggezza. (...) Gio amava lanciare pupazzi e guardare ogni giorno gli stessi libri sugli stessi dinosauri. E lo faceva di continuo (come un pittore dipinge continuamente lo stesso soggetto - nostro), perché quel sentimento continuasse più a lungo. Proprio come mia mamma con il video di me che imparavo ad andare in bici. Punto." (p. 144) "Gio era tutto, ma più di ogni altra cosa era la libertà. Lui era libero in tutti i modi in cui avrei voluto essere libero io". (p. 145) "Alla richiesta di illustrare la guerra, tutti gli studenti della classe hanno disegnato fucili, cannoni, bombe, morti. Tutti tranne uno. Mazzariol ha scelto di rappresentare la guerra a modo suo: la ragazza è la fidanzata di un solodato che è partito per la guerra. Ora deve andare a prendere il gelato, che per Mazzariol è la cosa più bella del mondo, da sola. La guerra è anche questo: andare a prendere il gelato da soli. (La spiegazione mi è stata fornita da lui stesso e l'abbiamo ricostruita insieme). Complimenti Mazzariol!" (p. 146) Ecco la presentazione del libro scritta da Irene: Ho apprezzato molto questo libro, perché affronta in una chiave leggera delle tematiche molto importanti. Trovo che il rapporto tra Giacomo e la disabilità del fratello sia riconducibile a un approccio che un po' tutti abbiamo con la disabilità e più in generale con la diversità. E' un po' come quando siamo piccoli, ma volte anche da grandi, e abbiamo un compagno di classe down, autistico o comunque con delle difficoltà. E' difficile non trovare qualcuno che non sia scocciato, qualcuno che non sia un po' stranito o non si vergogni di questo amico e eviti di starci insieme, magari accanto di banco. Forse è normale, ma è comunque un problema. La disabilità ci fa paura, ci disorienta e la vediamo come un difetto, non come una semplice caratteristica, che non rende quella persona estranea o inferiore a noi. E' interessante anche capire l'approccio che una persona ha con un fratellinno o comunque un membro della famiglia con un handicap. Non è banale, perché è un rapporto diverso quello che si ha con un familiare e quello che si ha con un amico. Il comportamento di Giacomo non è poi così sconvolgente. E' umano avere paura, vergogna, l'importante poi è saper essere abbastanza maturi per affrontare la cosa, vedendola come una semplice caratteristica di quella persona, che nel rapporto con lei deve influenzarci tanto quanto il colore dei suoi capelli. Basta solo provarci. Ho apprezzato davvero moltissimo questo libro, anche per il collegamento con il mio percorso di studi." Ecco il link per vedere The Simple Interview:
https://www.youtube.com/watch?v=0v8twxPsszY
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Un gruppo di appassionati di lettura: studenti e insegnanti, alla pari, per condividere la loro passione per i libri e le belle narrazioni Archivio
March 2017
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